Omaggio a Domenico Morelli è un riallestimento parziale e temporaneo della Sala I pensato in occasione dell’acquisizione da parte del Museo dell’Ottocento Fondazione Di Persio-Pallotta di due nuovi quadri del pittore napoletano – La lettura (Eleonora d’Este)(1865 ca.) e La resurrezione di Lazzaro (1876 ca.) – già rappresentato in sede espositiva con un significativo nucleo di dipinti.
In dialogo con i paesaggi di Franz Ludwig Catel, Teodoro Duclére e Alessandro la Volpe della collezione permanente, sono presentate cinque opere concesse in prestito dalla Galleria dell’Accademia di Belle Arti di Napoli; selezionate al fine di illustrare alcuni aspetti salienti del percorso di Morelli quali la pittura di storia e la ritrattistica, appartengono a un arco temporale molto ampio che va dalla stagione romantica fino alla metà degli anni Settanta.
LE OPERE:
- L’Angelo che appare a Goffredo (1848) è tra i quadri più importanti della fase cosiddetta purista, durante la quale l’interesse per i maestri del Rinascimento si congiunge con la volontà di rappresentare temi identitari della letteratura italiana.
- Ne I profughi di Aquileia (1865), appartenuto alla prestigiosa collezione Vonwiller di Napoli, il pathos dell’episodio storico è sostenuto da una disgregazione formale e da un impiego del colore fortemente emozionali, annunciando una caratteristica che negli anni a venire sarà preminente nel linguaggio del pittore.
- La ritrattistica è documentata dal Ritratto del pittore Pagano (1850) e dal Ritratto del 1878. Nel primo caso, emerge la capacità di Morelli di individuare la psicologia del ritrattato anche all’interno di un modulo di derivazione accademica. Nel secondo, la centralità dell’indagine sulla luce rivela connessioni con la contemporanea pittura francese.
- Unica scultura, il Busto del Comm. Domenico Morelli di Vincenzo Gemito (1923) propone l’effigie dell’artista, in relazione con il Busto di Domenico Morelli di Mario Rutelli (1894) della collezione del Museo dell’Ottocento.
Da un’idea congiunta di:
