
Questa mostra intende indagare uno dei sodalizi più singolari della storia dell’arte, le vicende parallele di un grande pittore, Antonio Mancini, e di uno scultore altrettanto grande Vincenzo Gemito. Coetanei – nati entrambi nel 1852 – scompariranno ormai celebri, ed entrati nella leggenda, si può dire insieme, l’uno dopo l’altro nel 1929 e nel 1930. La loro reputazione, nonostante le innumerevoli vicissitudini di un’esistenza difficile, è legata alle loro straordinarie doti dovute ad una genialità innata quanto agli abissi della follia che ne ha certamente segnato la vita, ma che ha contribuito alla loro originalità creativa e ne ha alimentato il mito, quello di ascendenza romantica che annullava i confini tra genio e pazzia.